
I flat lay sono quelle fotografie scattate dall’alto, con inquadratura zenitale, in cui viene ripreso un piano contenente diversi oggetti, in composizioni più o meno ricche e fantasiose ed è il trend visuale che secondo Shutterstock, come indicato nel suo report annuale, ha avuto una crescita la maggiore crescita, con un’incidenza del 160%, probabilmente anche grazie alla sua larga diffusione su Instagram.
Le fotografie flat lay nascono come foto di design e si affermano nella moda (prima e dopo Polyvore). Oggi sono di forte tendenza anche tra chi fotografa il cibo, per il loro altissimo potere comunicativo e l’immediatezza con cui riescono a coinvolgere e attrarre l’osservatore e hanno raggiunto il massimo della loro espressione in video grazie allo stile lanciato da Buzzfeed con Tasty e ripreso poi da molti altri piccoli e grandi canali.
Scattare foto di questo tipo a prima vista può sembrare banale – in effetti si tratta solo di piazzare degli oggetti su un ripiano e fare click – ma chi ci ha provato si è accorto che è tutt’altro che semplice e che ottenere un flat lay di buona qualità è quasi più laborioso che scattare qualsiasi altra foto. Io ci ho girato intorno a lungo, ho cercato un mio modo per affrontare questo tipo di fotografia e infine l’ho scelta per il rilancio e la rinascita del mio profilo Instagram.
In poco più di un anno di tentativi, prove, esperimenti e esercizi ho scattato centinaia di flat lay, per me e per i miei clienti, utilizzando la reflex e lo smartphone, e questo è quello che ho imparato.
Il caso non esiste
Lo sfondo conta quanto il soggetto e definisce il mood dello scatto. Conta la scelta dei props e conta soprattutto lo styling: anche quello che sembra in disordine non è mai per caso. Ogni oggetto nella foto deve essere posizionato con cura e precisione perché la composizione sia equilibrata e piacevole e la scelta deve creare un racconto visuale di immediata comprensione.
Per esempio su Instagram racconto me e le mie passioni e lo faccio con tazzine di caffè, dolcetti, oggetti poco utili ma adorabili, cancelleria a pacchi, gomitoli di lana a pioggia. Mi piace simulare il disordine – pur avendo una forte tendenza all’ordine – perché quel caos organizzato somiglia molto alla mia creatività, per me è uno specchio. Mi guardo in queste foto e mi vedo così, questa sono proprio io e mi riconosce anche chi mi segue, ormai
Diverso è se devo realizzare uno scatto per un cliente, o comunque una foto in cui non sono io la protagonista.
Nothing but light
La luce è fondamentale. Questo tipo di ripresa dall’alto tende ad appiattire i volumi e a far perdere consistenza alle immagini. Un buon gioco di luci e ombre restituisce agli oggetti la loro tridimensionalità e dà carattere all’immagine. Ecco la dimostrazione.
Personality is the queen
Basta fare una ricerca rapida tra i tag dedicati a queste foto (per esempio #flatlayforever) per riempirsi gli occhi di tanta bellezza e scoprire, con una nota di disappunto che – purtroppo – il limite tra l’ispirazione e la mancanza di identità è davvero labile. Queste foto appaiono spesso tutte uguali e difficili da ricondurre a un autore specifico. Chi riesce ad emergere è chi ci mette non solo la competenza tecnica ma anche il cuore e molta personalità. Qualche esempio? Loro si raccontano da sole e sono sempre di grande ispirazione.
Imparare a scattare flat lay in pratica
Se questo tipo di fotografia ti interessa e vuoi approfondire l’argomento con un corso tutta pratica che ti insegnerà a pensare alla fotografia – anche ai flatlay – come strumento di comunicazione, possiamo incontrarci in aula in una delle date di Foto in tavola e lavorarci insieme.